La Profezia fatta affinché il mondo sia di nuovo salvato deve avverarsi e si avvererà grazie agli eroi più inverosimili: il soldato addetto alle latrine, un donna di costumi discutibili, un truffatore che si spaccia per negromante, un bambino piagnucoloso. Le vie sono infinite e imprevedibili, e alla fine la spirale farà il suo ultimo giro così che alla fine tutto avrà avuto un senso. Tutto avrà avuto una spiegazione.
Invincibili all’epoca di Giulio Cesare, qualche secolo dopo i romani sono in ginocchio davanti ai barbari. Quando gli alemanni espugnano una città, ogni cittadino, uomo, donna o bambino era ucciso. Quando le truppe di Gengis Khan, presero Pechino, 350.000 abitanti sopravvissuti ai terrificanti mesi dell’assedio furono sterminati all’arma bianca.
Che cosa è essere travolti dai barbari? Nessuna civiltà è al di sopra di questo rischio fino a che esisteranno barbari. E che cosa vuol dire per un barbaro incontrare una civiltà: una civiltà che avesse città, mercati, templi, una struttura, ma soprattutto, una civiltà che avesse una lingua scritta.
Oltre ai fantasmi della storia in questo libro ci sono loro Rankstrail, Yorsh, Rosa Alba, ci sono i loro discendenti, il loro spirito, il loro coraggio, la loro fede nella vita.
Silvana De Mari è nata nel 1953 in provincia di Caserta e vive a Torino. Laureata in medicina, ha esercitato come chirurgo in Italia e in Etiopia come volontaria e oggi si occupa di psicoterapia. I suoi libri sono stati tradotti in venti lingue. Ha ricevuto i premi Andersen nel 2004, Bancarellino nel 2005, Immaginaire per il miglior libro Fantasy nel 2005 e il premio ALA (American Library Association) come miglior libro straniero nel 2006 per il romanzo L’ultimo Elfo (Salani, 2004), tradotto in tutto il mondo; con L’ultimo Orco ha ricevuto nel 2005 il premio IBBY (International Board on Books for Young People). Con Fanucci Editore ha già pubblicato Il Gatto dagli occhi d’oro, L’ultima profezia del mondo degli uomini e Io mi chiamo Yorsh.